L’ultima novità della famiglia
L’ultima aggiunta al catalogo Tudor è la 1926 Luna. Il nome dice tutto: una complicazione di fase lunare, che sulla carta è affascinante, ma a dirla tutta c’è qualcosa che non convince del tutto. Ti spiego meglio: la 1926 è un tre sfere con datario a ore 3. Una scelta che tanti marchi adottano, quindi nulla di sorprendente. Quello che mi lascia perplesso è che Tudor abbia deciso di presentarla in 39 mm, quando esiste già la versione da 36 e quella da 41 mm. Il 36 è da sempre la misura perfetta “mid-size”, mentre il 39 mm di fatto si rivolge solo ai polsi più grandi—escludendo così un’ampia fetta di appassionati con questa introduzione.
La cassa è in acciaio, scelta solida e versatile, ma su un moonphase avrei visto bene almeno una versione placcata oro. Un calendario lunare dovrebbe avere un tocco più prezioso. Le opzioni di quadrante sono blu, champagne o nero. Nulla di rivoluzionario, ma il problema è che sulla versione champagne gli indici sono neri: una scelta che, a mio avviso, penalizza molto l’estetica e la rende un po’ cheap. Al contrario, la variante nera sfoggia indici e lancette dorati, mentre quella blu monta elementi argentati—la più riuscita delle tre nuove declinazioni. I prezzi partono da €2.630, decisamente allettanti, e c’è da aspettarsi che sul mercato (soprattutto su Wristler) scendano presto sotto il listino.
Un altro dettaglio che mi infastidisce è la posizione del datario a ore 3. Sarebbe stato molto più elegante integrarlo direttamente nel disco delle fasi lunari, rendendo il quadrante molto più pulito. E già che ci siamo, avrei eliminato anche i numeri arabi a ore 2, 4, 8 e 10. Ma questa, lo ammetto, è solo la mia opinione personale.