Orologi Tudor Submariner
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Tudor Submariner, l’icona subacquea per intenditori con una vera storia orologiera
Se vuoi l’essenza di un classico orologio subacqueo senza clamore, il Tudor Submariner è un’autorità discreta. Lanciato negli anni ’50 e dismesso negli anni ’90, è evoluto da semplice strumento a orologio di lusso con credibilità reale. Ha beneficiato dell’alone Rolex pur costruendo un carattere proprio, motivo per cui i collezionisti lo considerano l’alternativa per chi pensa, rispetto a un nome noto al grande pubblico. Quel mix di pedigree, praticità e personalità è il suo richiamo: un orologio che si è guadagnato rispetto attraverso decenni di servizio affidabile, non grazie all’hype.
La famiglia di modelli è partita come uno strumento impermeabile senza fronzoli e si è raffinata epoca dopo epoca. La purezza senza data delle origini ha lasciato spazio alla praticità del Prince Oysterdate, mentre profili di cassa, spallette proteggi-corona e quadranti sono migliorati costantemente. Se vuoi il vibe Submariner che funziona ovunque, solo un tocco più rilassato e accessibile, questa è la scelta. È diventato un caposaldo per i collezionisti grazie a coerenza e funzione, non alla teatralità, e quella sobrietà resta la sua firma.
Linguaggio di design attraverso i decenni
L’identità ruota attorno a casse in acciaio inossidabile, a una ghiera girevole con inserto in alluminio e a quella inconfondibile silhouette del Sub. Le prime varianti No Crown Guards e Big Crown hanno un’aria da strumento puro. Gli anni ’60 introdussero le Pointed Crown Guards e poi le Square Crown Guards, seguite da protezioni più arrotondate man mano che l’ergonomia maturava. Le ghiere mantennero scale dei minuti chiare e, all’epoca, erano spesso bidirezionali. L’insieme si colloca comodamente dagli anni ’60 agli anni ’80 e ancora oggi “suona” giusto.
È sui quadranti che il Tudor Submariner trova la sua voce. La stampa gilt degli anni ’50 e ’60 ha lasciato il posto a esecuzioni opache, quando la leggibilità da tool-first ha preso la priorità. I passaggi di logo contano: i quadranti Big Rose e Small Rose segnano le epoche più antiche, mentre il logo Shield segnala un capitolo più recente. Anche le lancette si sono evolute: Mercedes e dritte sui primi esemplari, poi, tra fine anni ’60 e anni ’70, le Snowflake con indici quadrati coordinati. La presenza occasionale della lancetta dei secondi lollipop aggiunge fascino. Dominano i quadranti neri, mentre le varianti blu Snowflake hanno creato una colorazione di culto dal sapore sportivo e leggermente ribelle.
La componentistica sostiene il brief utilitaristico. I vetri acrilici e in plexiglass sono arrivati per primi; il vetro zaffiro è arrivato in seguito per una maggiore durevolezza. Le scelte di bracciale hanno seguito epoca e disponibilità componenti, dai bracciali rivettati a vari stili Oyster. Il risultato è un subacqueo coeso, leggibile e molto indossabile, che evita gli eccessi e appare ancora contemporaneo in un mondo di casse sovradimensionate.
Movimenti, funzione e perché conta
Sotto il fondello, l’impostazione è sensata. I calibri automatici con la praticità della ricarica automatica sono la norma, e la lunga dipendenza del marchio dall’architettura ETA ha reso questi orologi semplici da manutenere e resilienti nell’uso quotidiano. Questa facilità di assistenza è un motivo chiave per cui molti proprietari indossano regolarmente il loro Tudor Submariner invece di trattarlo come un pezzo da museo. Nel corso dei decenni si trovano sia referenze senza data dalla simmetria equilibrata sia modelli con data dall’utilità del calendario.
Come orologio subacqueo, la formula resta onesta: casse impermeabili, ghiere di cronometraggio chiare e quadranti ad alto contrasto. Resta prima di tutto uno strumento e poi un oggetto di lusso, ed è esattamente per questo che funziona. Su bracciale Oyster può essere più elegante; su bracciale rivettato inclina al vintage; su cinturino diventa casual senza perdere sicurezza.
Specifiche in breve
- Tipologia: orologio subacqueo con lignaggio da tool-watch, dismesso negli anni ’90 con radici negli anni ’50
- Materiali: casse in acciaio inossidabile, inserti ghiera in alluminio, vetri acrilici o in plexiglass con passaggio successivo al vetro zaffiro
- Quadrante e lancette: quadranti gilt e opachi; loghi Big Rose, Small Rose e Shield; lancette Mercedes e dritte; lancette Snowflake con indici quadrati; occasionale lancetta dei secondi lollipop
- Bracciali: rivettati e opzioni Oyster o Jubilee a seconda dell’epoca
- Funzioni: ghiera girevole per il timing; data sulle referenze Prince Oysterdate; alternative senza data per un look più pulito
- Prezzi: a partire da circa €3.000 per il Mini-Sub, fino a €20.000 per un primo Submariner non lucidato
Numeri di referenza popolari seguiti dai collezionisti
- 7922 e 7924: pezzi iniziali con proporzioni classiche, incluso il carattere Big Crown
- 7928: il primo Tudor Submariner con Crown Guards ampiamente diffuso
- 7016 e 7021: ponte verso l’era Snowflake, proposte in versioni senza data e con data
- 9401 e 9411: lancette Snowflake con quadranti neri o blu che definiscono il look anni ’70
- 79090 e 79190: modelli di fine anni ’80 e anni ’90 con dettagli modernizzati
Posizionamento e valore dell’orologio
Poiché il Tudor Submariner è fuori produzione, il mercato è in gran parte usato. I prezzi variano in base a originalità, condizione e dettagli. Un quadrante opaco pulito con corrette lancette Snowflake, un quadrante gilt ben conservato, nette Pointed Crown Guards o un bracciale rivettato d’epoca possono tutti spingere verso un premio. Le referenze blu Snowflake spesso attirano forte interesse, così come i primi esemplari No Crown Guards e Big Crown. Nel valutare il valore, studia il testo e la spaziatura del quadrante, l’epoca del logo, i font della ghiera, il colore e la scoloritura dell’inserto e il tipo di bracciale. La storia di assistenza può essere utile, ma un massiccio uso di ricambi può incidere sulla collezionabilità.
In definitiva, il Tudor Submariner resta fedele a ciò che un orologio subacqueo dovrebbe essere. Porta con sé una vera storia orologiera, un linguaggio di design che invecchia con grazia e abbastanza varianti dagli anni ’50 agli anni ’90 da tenere coinvolti anche gli appassionati più esperti. È un collezionabile che invita all’uso più che un trofeo da cassaforte, e quell’equilibrio tra cervello e muscoli spiega perché continua a risuonare.